Dalle origini ad oggi
L’Hotel Novecento, con le sue tante vite, ricorda l’araba fenice: costruito nel 1927 sulle rovine della vecchia pensione Igea Praga andata distrutta dopo un terremoto, è cresciuto nei 20 anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Durante il conflitto fu prigione per i graduati arrestati e rifugio per molti esuli, subì danni a causa di bombardamenti e bombe inesplose ma fu anche teatro di eventi lieti, come la nascita di bambini.
Antenato dell’Hotel Novecento, fu l’Hotel Igea Praga ovvero “Praga al Mare”: una dimora per le vacanze degli aristocratici di Praga che furono tra i primi turisti di Riccione, mentre quella che all’epoca era la pensione Igea Praga oggi è una villa privata nei pressi di Viale Dante.
L’etimologia del nome ”Igea Praga”, se da un lato riconduce alla dea della salute, capace di proteggere l’uomo da ogni sorta di pericoli , dall’altra ricorda che questa dimora è stata costruita inizialmente per portare i nobili cecoslovacchi in vacanza sulla costa romagnola già prima della seconda guerra mondiale.
La sua prima proprietaria fu una zia di Sykir Zideneck, donna cecoslovacca che, durante il conflitto, si dice gestisse l’Hotel armata di pistola. Dopo il suo decesso la proprietà passò ai nipoti, due fratelli che durante la Guerra Fredda, a turno venivano a Riccione per occuparsi dell’Hotel. Si dice che uno dei due fosse tenuto in ostaggio per paura che non facesse più ritorno in patria.
L’Hotel Igea Praga fu uno dei primi 12 nati a Riccione, costruito nel rispetto di sistemi antisismici innovativi per l’epoca: pilastri in cemento armato costituiti da ferro non nervato di prima fusione di sezione 20mm che, ancora oggi dopo più di 80 anni, si presenta brillante come l’argento.
A dare vita all’attuale Hotel elegante e confortevole sono stati gli Arrigoni, che lo hanno acquistato nel 1993, quando ,nonostante le mucillaggini che infestavano la costa Adriatica, armati del famoso spirito romagnolo e aiutati dai proventi della Provincia, videro in quell’edificio ormai decaduto qualcosa di meraviglioso da realizzare. In tale contesto partirono i lavori di ristrutturazione, affidati all’architetto ed ingegnere riccionese Fabio Berni.
Gli interni furono curati dall’Architetto Vedran Petrovic Poljak, che ha sviluppato un particolare interesse nello studio dello stile liberty italiano ed ha realizzato alberghi e residenze private sia in Italia che in Montenegro.
Nella hall dell’Hotel è conservato un bozzetto dell’interno da lui firmato. Il progetto di ristrutturazione fu avviato con l’intento di coniugare le bellezze architettoniche di allora con la modernità e il rispetto per l’ambiente.
Così, durante i lavori, gli interpiani originali alti oltre quattro metri, si sono ridotti in altezza, per favorire il risparmio energetico mentre la forma delle finestre, le inferriate forgiate a mano, i balconcini, le due colonne all’ingresso del ristorante, sono rimasti immutati. Sono state realizzate più di 1170 colonnine. Le balaustre originali, di impronta barocca, sono state sostituite da colonne toscane, meno fragili delle precedenti e dalla linea più morbida.
Un luogo oggi magico e confortevole, carico di storia, un luogo creato dall’impegno e dalla passione di una famiglia che ha voluto fortemente riportare alla luce gli antichi splendori di un tempo traducendoli in straordinaria modernità.